Come si sta muovendo il mercato tra conflitti geopolitici e trimestrali?

Benvenuto! Con questo articolo andremo insieme a vedere come sono andati i mercati nel mese di aprile e analizzeremo le forze che stanno agendo sul mercato in questa particolare fase del ciclo economico contraddistinta da conflitti geopolitici e dalle trimestrali delle società di Wall Street.

Come sono andati i mercati in questo mese?

Andiamo con ordine e come al solito facciamo il solito recap mensile:

Azionario

S&P500: -2,43% (LINEA BLU)
FTSE MIB: -0,08% (LINEA VERDE)
DAX (30 titoli tedeschi a maggior capitalizzazione): -0,90% (LINEA ROSSA)
NASDAQ: -2,52% (LINEA ARANCIONE)

 

L’azionario statunitense ed europeo hanno fatto registrare un mese di aprile in calo per via dei timori di un’inflazione più appiccicosa del previsto, di tassi più alti per più tempo da parte della FED e delle tensioni geopolitiche.

Obbligazionario

GOVERNATIVO USA SCADENZA 20+: -3,85% (LINEA BLU)
BTP10 ANNI: +0,17% (LINEA ARANCIONE)
BTP SCADENZA 1-3 ANNI: -0,03% (LINEA VERDE)
GOVERNATIVO USA SCADENZA 1-3 ANNI: +0,32% (LINEA ROSSA)

28.2

I timori di una FED più aggressiva hanno spinto al ribasso le quotazioni dell’obbligazionario statunitense a breve duration, con l’obbligazionario a breve che invece è rimasto pressoché stabile, ricordando come le obbligazioni a lunga scadenza siano più sensibili al rischio tasso delle obbligazioni a breve scadenza, andando a riflettere maggiormente i cambi di aspettative circa la politica monetaria di una banca centrale. 

Materie prime

GAS NATURALE: -0,94% (LINEA VERDE)
ORO: +4,02% (LINEA BLU)
PETROLIO: -0,51% (LINEA ARANCIONE)

28.3

Nonostante il rafforzamento del dollaro l’oro ha fatto registrare un mese di aprile in crescita per via delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Gli operatori di mercato hanno acquistato il metallo prezioso considerato bene rifugio facendone aumentare le quotazioni.

Cos’è successo sui mercati questo mese?

Il mese di aprile è stato caratterizzato per il ritorno, per un breve lasso temporale, della volatilità. Lo scoppio del conflitto in Israele ha infatti contribuito ad un breve e momentaneo sell-off sull’azionario con l’indice della volatilità, il VIX, che ha fatto registrare un deciso spike, facendo presagire potenziali tensioni sui mercati.

Le premesse per un conflitto bellico globale sembravano esserci tutte e, dopo una prima metà mese caratterizzato dalle tensioni, l’allarme sembra essere rientrato con gli operatori di mercato che hanno iniziato a considerare sempre meno nelle proprie valutazioni una potenziale escalation del conflitto. 

Il grafico che segue mostra l’andamento da inizio anno dello S&P500 e del VIX, l’indice che misura la volatilità del mercato basandosi sulle opzioni dell’indice S&P500. Il VIX viene comunemente definito come l’indice della paura e una forte crescita del VIX è sinonimo di tensione sui mercati finanziari.

Grafico – L’andamento da inizio anno di S&P500 e VIX

Grafico – L’andamento da inizio anno di S&P500 e VIX

Fonte: elaborazione Ufficio Studi Davide Berti su dati yahoo Finance

Come mostrato dal grafico, con l’inizio del mese di aprile la volatilità (misurata dall’indice VIX - linea arancione) è balzata verso l’alto, con una conseguente flessione dell’azionario statunitense (linea blu).

La flessione dell’azionario statunitense si è fermata dopo la metà del mese di aprile, con l’avvio della stagione delle trimestrali: le performance positive delle Big Tech hanno mantenuto lo S&P500 sopra quota 5000 punti, proiettandolo sul finire del mese di aprile sopra quota 5100 e riavvicinandolo verso i massimi storici fatti registrare nel primo trimestre del 2024.

Venute meno le paure di un allargamento del conflitto in Israele, gli operatori del mercato hanno infatti iniziato a comprare azionario, con l’azionario globale che ha ripreso la propria crescita trainato dalla crescita delle aspettative di ricavi e utili delle principali aziende del mondo.

Il grafico che segue mostra l’andamento dell’indice MSCI All Country World, l’indice azionario internazionale che segue l’andamento delle principali aziende del mondo, e le aspettative a 12 mesi di utili delle aziende replicate dall’indice (linea bianca). Come evidenziato dal grafico, alla crescita delle aspettative di utili e ricavi è seguita, in controtendenza con la storia, una flessione dell’azionario globale, per via dei timori geopolitici e inflazionistici.

Tale divergenza è stata colta dagli operatori di mercato che, rientrate le paure di un’imminente escalation, hanno acquistato azionario globale sul ribasso di inizio mese.

Grafico – l’andamento dell’MSCI ACWI e delle aspettative a 12 mesi di utili

 Grafico – l’andamento dell’MSCI ACWI e delle aspettative a 12 mesi di utili

Fonte: Bloomberg

Gli outlook delle principali aziende statunitensi che hanno rilasciato la propria trimestrale, Google su tutte, hanno contribuito alla ripresa dell’azionario globale e statunitense, asset class forti di solide aspettative di crescita dei ricavi e degli utili, facendo di fatto rientrare l’indice della paura, il VIX, ai livelli di fine marzo.

Al 30 aprile 2024 oltre l’80% delle aziende statunitensi che hanno rilasciato la propria trimestrale hanno superato le aspettative, con una crescita media degli utili registrati pari al 4.7% anno su anno.

Ciò che ha rallentato la ripresa di S&P500 e NASDAQ100, i principali indizi azionari statunitensi, sono stati i dati macroeconomici derivanti dagli Stati Uniti. L’inflazione si è infatti attestata di poco al di sopra delle aspettative, così come l’indice dei prezzi alla produzione. Il mercato del lavoro ha fatto registrare richieste di disoccupazione sotto le attese e la crescita del PIL non ha confermato le aspettative degli operatori di mercato. Tutti questi dati macro in controtendenza con le aspettative hanno rallentato la ripresa degli indici azionari, con gli analisti che hanno iniziato a scontare solamente 1 o 2 tagli dei tassi della FED nel 2024. 

3. Cosa possiamo imparare dagli avvenimenti di questo mese?

Lo scenario geopolitico è e resta una tematica molto importante. All’atto pratico non basta però per scalfire la crescita attesa dell’azionario globale, trascinato da poche grandi aziende che stanno facendo registrare record di ricavi e utili oltre che rilasciare outlook molto positivi per il futuro prossimo.

Attualmente il mercato risulta quindi essere più preoccupato da potenziali tassi più alti per più tempo lato Stati Uniti, per via di un’inflazione sempre più appiccicosa, elemento che sarà da monitorare con attenzione nel breve periodo. 

Qualora proseguisse il trend disinflazionistico negli Stati Uniti e le tensioni geopolitiche non sfociassero in escalation preoccupanti, i fondamentali delle Big Tech e delle principali aziende globali vanno a giustificare una potenziale crescita del mercato nel corso del 2024. Fondamentale è e resta guardare a tutte le variabili che determinano l’andamento del mercato in un quadro complessivo, isolando quelle che sono potenzialmente solo “rumori di fondo” e prendendo decisioni di asset allocation e di portfolio management ponderate per le principali variabili considerate significative.