Buongiorno a tutti e a tutte,
oggi analizzeremo l’andamento dei mercati nel mese di ottobre, concentrandoci sull’influenza delle trimestrali delle Big Tech e delle elezioni sui prezzi azionari e obbligazionari.
Come sono andati i mercati in questo mese?
Azionario
S&P500: -1,00% (LINEA BLU)
FTSE MIB: +1,51% (LINEA VERDE)
DAX (30 titoli tedeschi a maggior capitalizzazione): -0,70% (LINEA ROSSA)
NASDAQ: -0,80% (LINEA ARANCIONE)
L’azionario statunitense ha fatto registrare un mese sostanzialmente sulla parità. Dopo una prima metà mese positiva, complici trimestrali in chiaroscuro, S&P500 e Nasdaq100 hanno rallentato, perdendo più del 2% nell’ultima settimana del mese e azzerando di fatto tutti i guadagni maturati nella prima parte di ottobre, chiudendo il mese in leggero territorio negativo.
A pesare sull’andamento dell’azionario sono state le guidance al di sotto delle aspettative di alcune Big Tech, su tutte Microsoft, e i timori del mercato circa una potenziale rotazione settoriale.
L’azionario europeo ha fatto registrare un mese di ottobre misto, con il FTSE MIB che ha chiuso il mese in rialzo mentre il DAX ha fatto registrare un mese di ottobre in leggero territorio negativo.
Obbligazionario
GOVERNATIVO USA SCADENZA 20+: -6,13% (LINEA BLU)
BTP10 ANNI: -1,90% (LINEA ARANCIONE)
BTP SCADENZA 1-3 ANNI: -0,37% (LINEA VERDE)
GOVERNATIVO USA SCADENZA 1-3 ANNI: +1,17% (LINEA ROSSA)
Lato obbligazionario il mese di ottobre è stato decisamente negativo per le lunghe scadenze, con l’obbligazionario statunitense a lunghissima duration che ha perso più di 6 punti percentuali. Mese negativo anche per i Btp a lunga scadenza che, con l’innalzamento dei rendimenti a lunga scadenza, hanno visto una discesa di prezzo.
Materie prime
GAS NATURALE: -15,71% (LINEA VERDE)
ORO: +3,21% (LINEA BLU)
PETROLIO: +0,08% (LINEA ARANCIONE)
Lato materie prime è proseguito il movimento rialzista dell’oro che nel mese di ottobre ha raggiunto i 2800$ l’oncia, facendo registrare un record storico. Il gas naturale ha perso più di 15 punti percentuali complici un mese di ottobre con temperature record in gran parte d’Europa. Mese di stabilità per il petrolio che ha chiuso ottobre sulla parità.
Cos’è successo sui mercati questo mese?
Il mese di ottobre 2024 è stato caratterizzato da volatilità, con le trimestrali in chiaroscuro delle principali aziende dell’S&P500 che hanno zavorrato la crescita dei mercati azionari fatta registrare nelle prime settimane di ottobre.
Il mese di ottobre è stato segnato, oltre che dalle trimestrali, dalla campagna elettorale di Trump e della Harris, dove il testa a testa è stato serratissimo fino all’election day. Il grafico 1 mostra le probabilità di vittoria misurate dai sondaggisti del New York Times alla mattina del 5 novembre, grafico che evidenzia che fino all’alba dell’election day i sondaggisti credevano in un esito molto combattuto, potenzialmente deciso “all’ultimo voto”.
Grafico 1 – Chi sarà il prossimo presidente degli USA?
Fonte: New York Times, https://www.nytimes.com/interactive/2024/us/elections/polls-president.html?open-in-app=election-app-dock
Nonostante alla viglia del voto i principali sondaggisti del mondo dessero in leggero vantaggio la Harris, a spuntarla al fotofinish è stato è stato Donald Trump, con gli Stati in bilico che hanno deciso la corsa alla Casa Bianca.
Prima di vedere come la campagna elettorale di repubblicani e democratici ha impattato l’andamento dei mercati nel mese di ottobre, vediamo come sono andate le trimestrali in questo stesso periodo delle principali aziende dell’S&P500, eccezion fatta per Nvidia.
Il 70% delle società dell’S&P500 che ha rilasciato la propria trimestrale ha superato o rispettato le aspettative degli analisti mentre il 30% ha mancato le attese. Il 71% delle aziende ha inoltre fatto registrare utili in crescita con l’EPS medio in crescita dell’8,8%.
Nonostante numeri positivi e al di sopra delle aspettative degli analisti, a trainare al ribasso i principali indici azionari del mondo (S&P500 e Nasdaq100) sono state le trimestrali in chiaroscuro delle Big Tech. Nella giornata di giovedì 31 ottobre Microsoft ha perso il 6,1% in scia ad una riduzione delle aspettative di crescita attesa da parte del management della società. Tale elemento ha portato preoccupazioni tra gli operatori, timorosi di un potenziale rallentamento della crescita delle Big Tech.
Di contro, Amazon e Google hanno rilasciato una trimestrale positiva, con una guidance in linea con le aspettative degli analisti. Entrambi i titoli sono saliti in seguito al rilascio della trimestrale, per poi rallentare il 31 ottobre su un calo generalizzato del mercato.
La correzione dei principali indici azionari statunitensi nel mese di ottobre è quindi da attribuire ai timori di un rallentamento della crescita delle Big Tech, timori in parte eccessivi considerati i segnali derivanti dall’economia statunitense. Il mercato del lavoro negli Stati Uniti infatti ha fatto registrare un aumento degli occupati, con un tasso di disoccupazione stabile e con il GDP che è cresciuto del 2,8% rispetto allo stesso trimestre del 2023.
Oltre alle trimestrali in chiaroscuro e ai dati macro positivi lato Stati Uniti, la corsa alle presidenziali di Repubblicani e Democratici ha influenzato l’andamento dei mercati durante il mese di ottobre.
Gli investitori hanno infatti speculato, posizionandosi, a seconda dell’andamento dei sondaggi, su determinati settori azionari. Il grafico 2 mostra l’andamento di due panieri di azioni selezionati dagli analisti di Goldman Sachs, panieri rappresentativi dell’andamento di aziende di settori azionari favoriti in caso di vittoria Democratica o Repubblicana, dove nel “paniere repubblicano” troviamo prevalentemente aziende della difesa mentre nel “paniere democratico” troviamo in prevalenza aziende green.
Grafico 2 – L’andamento delle azioni “Repubblicane” e “Democratiche”
Fonte: Bloomberg
Come evidenziato dal grafico, le scommesse speculative degli investitori circa la vittoria di uno schieramento piuttosto che dell’altro hanno influenzato il corso di molti settori azionari, con le azioni attese meglio performare in caso di vittoria Repubblicana che hanno subito un deciso calo sul finire di ottobre a fronte di una riduzione delle attese di vittoria di Trump da parte dei sondaggisti.
Questi movimenti speculativi, basati solamente sull’aspettativa di vittoria elettorale di uno schieramento o dell’altro piuttosto che sui fondamentali degli stessi settori azionari, hanno accentuato i movimenti di mercato, portando a volatilità.
Oltre che portare a volatilità sull’azionario, le elezioni, ed in particolar modo la crescita durante la prima parte del mese delle probabilità di una vittoria di Trump, hanno portato a pesanti ribassi nelle obbligazioni a lunga scadenza.
Perché?
Un’amministrazione repubblicana, con maggioranza al Congresso, è stata prezzata dai mercati come un rischio per deficit fiscale e ritorno di fiamma dell’inflazione. Con una politica fiscale attesa espansiva, caratterizzata da riduzione delle tasse e forte spesa pubblica, l’inflazione potrebbe tornare a crescere, con un conseguente innalzamento della curva dei tassi. Visti gli assunti fatti, gli operatori di mercato hanno alleggerito le posizioni in obbligazionario a lunga scadenza (portando al rialzo il rendimento sul trentennale statunitense), con il rendimento dei governativi USA a lunga scadenza che di fatto, come mostrato dal grafico 3, ha seguito le probabilità di vittoria di Trump.
Grafico 3 – I rendimenti delle obbligazioni a lunga si sono mossi in linea con le probabilità di vittoria di Trump
Fonte: Bloomberg
Cosa possiamo imparare dagli avvenimenti di questo mese?
La potenziale vittoria Repubblicana è stata anticipata da molti istituzionali che nel mese di ottobre hanno sovrappesato quei settori attesi meglio performare con la vittoria dell’imprenditore statunitense, “scommettendo” anzitempo sulla vittoria del repubblicano. Oltre che l’azionario, anche l’obbligazionario ha scontato una vittoria Repubblicana, con una crescita dei rendimenti sulle lunghe scadenze.
Il giorno prima delle elezioni gli operatori di mercato vedevano come favorita la Harris, con un aumento delle speculazioni nelle azioni “Democratiche”.
La lezione che ci lascia questa campagna elettorale è chiara: non ha senso puntare sulla vittoria di uno piuttosto che dell’altro candidato anzitempo. Ciò che occorre fare, in una logica di pianificazione efficace e di lungo periodo, è mantenere nel tempo un’asset allocation coerente con il proprio profilo di rischio, consapevoli che i “rumori di breve periodo” possano essere assorbiti velocemente.
Solamente con efficacia, efficienza ed un’asset allocation coerente con i propri obiettivi si va a massimizzare il proprio benessere economico, con eventi esogeni come le elezioni presidenziali statunitensi che vanno tendenzialmente ad aumentare la volatilità di breve, per effetto delle movimentazioni speculative dei grandi investitori, per poi risultare un semplice “rumore di fondo” nel lungo periodo.
to.