Francia in crisi politica: cosa sta succedendo e quali sono le implicazioni per i mercati?

Buongiorno a tutti e a tutte! Lo scorso mese, la crisi politica in Francia ha creato parecchio scompiglio nei mercati europei. Curiosamente, i BTP italiani hanno recuperato terreno rispetto ai titoli francesi, cosa piuttosto strana per l’Eurozona. Iniziamo con la consueta panoramica sull’andamento dei mercati.

Come sono andati i mercati in questo mese?

Buongiorno a tutti e a tutte! Lo scorso mese, la crisi politica in Francia ha creato parecchio scompiglio nei mercati europei. Curiosamente, i BTP italiani hanno recuperato terreno rispetto ai titoli francesi, cosa piuttosto strana per l’Eurozona. Iniziamo con la consueta panoramica sull’andamento dei mercati.

Azionario

S&P500: +3,56% (LINEA BLU)
FTSE MIB: +5,46% (LINEA VERDE)
DAX (30 titoli tedeschi a maggior capitalizzazione): +2,03% (LINEA ROSSA)
NASDAQ: +3,90% (LINEA ARANCIONE)

 

Il mese di agosto è stato positivo per l’azionario statunitense, con gli indici che hanno raggiunto nuovi massimi storici. Anche i principali indici europei – FTSE MIB e DAX – hanno fatto registrare un mese di agosto positivo.

Obbligazionario

GOVERNATIVO USA SCADENZA 20+: -1,38% (LINEA BLU)
BTP10 ANNI: -0,17% (LINEA ARANCIONE)
BTP SCADENZA 1-3 ANNI: -0,11% (LINEA VERDE)
GOVERNATIVO USA SCADENZA 1-3 ANNI: -0,85% (LINEA ROSSA)

Sul fronte dei bond europei, il mese è stato segnato dalle tensioni politiche in Francia, fattore che ha fatto allargare lo spread OAT-BTP e OAT-BUND, con le obbligazioni transalpine che sono arrivate ad offrire rendimenti a lunga scadenza in linea con quanto offerto dai Btp.

I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a lunga scadenza sono scesi, con la curva dei rendimenti USA che ha visto l’incremento della differenza tra i tassi a lungo termine e quelli a breve termine; in finanza tale fenomeno è definito steepening e in questo caso siamo nel “bull steepening”, dove i rendimenti a breve scendono più di quelli a lungo. Tale evento si è innescato con le parole di Powell che si è rivelato più accomodante sui tassi a breve rispetto a quanto scontato dal mercato. 

Materie prime

GAS NATURALE: -10,01% (LINEA VERDE)
ORO: +2,89% (LINEA BLU)
PETROLIO: +3,80% (LINEA ARANCIONE)

 Materie prime

Sul fronte delle commodity l’oro ha fatto registrare un mese positivo per via dell’indebolimento del dollaro. Dopo un mese di luglio negativo, il metallo prezioso è tornato verso i 3500$ l’oncia. Mese negativo invece per petrolio e natural gas.

Cos’è successo sui mercati questo mese?

Il mese di agosto è stato caratterizzato da numerosi eventi che hanno influenzato l'andamento delle quotazioni di mercato. La stagione delle trimestrali delle società di Wall Street è giunta al termine, con i dati di Nvidia del 27 agosto che non hanno sorpreso i mercati, rimasti praticamente sulla parità dopo una trimestrale sopra le aspettative ma con qualche ombra sul futuro dell’AI.

Il duello FED vs Trump è proseguito, con Powell che venerdì 22 agosto da Jackson Hole ha aperto ad un possibile taglio dei tassi, alimentando la crescita dell’azionario statunitense e portando al deprezzamento del dollaro. Il mercato del lavoro in indebolimento e l’inflazione lontana dal livello target del 2% stanno portando a molte divisioni tra i membri della banca centrale statunitense, con le pressioni di Trump che spinge per tagli dei tassi massicci che fa lavorare con  pressioni la FED.

Sul fronte europeo è il caso francese a tenere banco. Il primo ministro François Bayrou ha deciso di mettere la sua sopravvivenza in gioco chiedendo un voto di fiducia per l’8 settembre, in vista dell'approvazione di un controverso piano di risanamento finanziario da 44 miliardi di euro, volto a ridurre un deficit francese ora al 5,8 % del PIL, quasi il doppio del limite europeo del 3%. Il voto di fiducia di Bayrou è stato accolto con freddezza dagli oppositori sia di sinistra che di destra: la sinistra radicale e il Rassemblement National hanno unito le forze, minacciando di far cadere il governo. Una situazione politica che ha fatto tremare i mercati: il CAC 40 è sceso tra l'1,5 % e il 2 %, con le banche francesi a guidare i ribassi.

Il mercato obbligazionario europeo ha attraversato una fase turbolenta, con lo spread tra BTP e OAT che si è ridotto, arrivando quasi alla parità. Cosa significa? Significa che gli investitori hanno venduto obbligazioni francese con durata lunga (10 anni) per timori di una possibile crisi di governo, portando la rischiosità del debito pubblico francese ad essere equiparata al debito italiano. 

Il grafico 1 mostra l’andamento dello spread OAT-BUND a 10 anni, evidenziando come da metà agosto in poi il rendimento dei titoli di stato francesi sia schizzato rispetto ai rendimenti dei bund tedeschi con scadenza decennale, con gli OAT che ora rendono circa 80 punti base in più rispetto ai BUND con medesima scadenza.

Grafico 1 – Spread OAT/BUND 10Y, ultimi 3 mesi

 Grafico 1 – Spread OAT/BUND 10Y, ultimi 3 mesi

Fonte: il Sole24ore

Sul finire del mese i Btp con scadenza decennale sono arrivati ad avere lo stesso rendimento degli OAT con medesima scadenza, con lo spread BTP-OAT che è andando a verso lo 0, con il rischio sovrano italiano percepito analogamente al rischio sovrano francese.

Ma questo sell-off sui bond francesi è giustificato? 

Il sell-off è stato importante e in parte non giustificato. I mercati hanno prezzato il rischio istituzionale: l’instabilità politica non è ben vista dagli investitori che richiedono maggior premio al rischio per allocare i capitali nel debito francese. L’8 settembre ci sarà il voto di fiducia e tale evento sarà molto importante per il futuro di breve dello spread.

A livello di numeri il debito pubblico francese è di circa 3345 miliardi di euro, superiore ai circa 3000 miliardi del debito pubblico italiano. Il rapporto debito/PIL francese è al 114% mentre lato Italia siamo al 136%. I numeri francesi sono quindi leggermente migliori rispetto a quelli italiani e, con una ritrovata stabilità politica, il prezzo dei bond transalpini potrebbe tornare a risalire, scacciando i timori di un intervento del FMI.

Cosa possiamo imparare dagli avvenimenti di questo mese?

Il mese appena concluso ci ricorda che i mercati non guardano solo ai numeri, ma soprattutto alla credibilità delle istituzioni e alla capacità politica di rispettare gli impegni. La Francia, fino a ieri considerata un Paese “core” dell’Eurozona, ha perso parte della sua aura di sicurezza. L’Italia, spesso bollata come il “malato d’Europa”, oggi appare più affidabile di Parigi.

I prezzi dei bond governativi a lunga duration sono guidati da un mix di fattori, dove uno dei principali è la stabilità politica del Governo. Un Governo affidabile, serio e con una maggioranza solida è visto con favore dai mercati, con gli investitori che acquistano i bond sovrani; di contro, un governo debole, senza maggioranza e traballante è visto con sfavore dagli investitori, che richiedono un maggior premio al rischio per il proprio capitale. 

La lezione per gli investitori è chiara: i differenziali di rendimento non sono scolpiti nella pietra, ma si muovono con la politica, con la fiducia e con le aspettative sul futuro. Per chi investe in obbligazioni europee, agosto 2025 è stato un mese che ha ribaltato vecchie convinzioni e ci ha ricordato l’importanza di diversificare e monitorare continuamente il quadro politico oltre che quello economico.

Ora gli occhi saranno puntati sul voto del prossimo 8 settembre, voto importantissimo per capire il futuro di breve della Francia.