Gennaio sui mercati: IA cinese e turbolenze a Wall Street

Buongiorno a tutti e a tutte, il mese di gennaio si è chiuso con un evento che ha catalizzato l’attenzione degli investitori: l’ingresso sul mercato dei nuovi modelli di intelligenza artificiale sviluppati da Deepseek, azienda cinese, che ha innescato movimenti significativi sui listini azionari statunitensi nell’ultima settimana del mese.

Come sono andati i mercati in questo mese?

Buongiorno a tutti e a tutte,

il mese di gennaio si è chiuso con un evento che ha catalizzato l’attenzione degli investitori: l’ingresso sul mercato dei nuovi modelli di intelligenza artificiale sviluppati da Deepseek, azienda cinese, che ha innescato movimenti significativi sui listini azionari statunitensi nell’ultima settimana del mese.

Prima di approfondire l’impatto di questa novità, diamo il solito sguardo all’andamento generale dei mercati a gennaio:

Azionario

S&P500: +2,90% (LINEA BLU)
FTSE MIB: +5,80% (LINEA VERDE)
DAX (30 titoli tedeschi a maggior capitalizzazione): +8,05% (LINEA ROSSA)
NASDAQ: +1,82% (LINEA ARANCIONE)

 37.1

L’azionario globale ha fatto registrare un mese all’insegna degli acquisti che si sono concentrati prevalentemente sull’azionario europeo. La crescita dei listini azionari ha visto il suo picco a metà del primo mese dell’anno, seguita da vendite diffuse lato azionario tech nella giornata di lunedì 27 gennaio.

Obbligazionario

GOVERNATIVO USA SCADENZA 20+: +0,50% (LINEA BLU)
BTP10 ANNI: -0,66% (LINEA ARANCIONE)
BTP SCADENZA 1-3 ANNI: -0,08% (LINEA VERDE)
GOVERNATIVO USA SCADENZA 1-3 ANNI: -1,18% (LINEA ROSSA)

37.2

Lato obbligazionario il mese di gennaio si è contraddistinto per una sostanziale calma, con i rendimenti che sono stati pressoché stabili su tutte le scadenze con la conseguenza di prezzi dell’obbligazionario tendenzialmente stabili.

Materie prime

GAS NATURALE: -2,32% (LINEA VERDE)
ORO: +3,57% (LINEA BLU)
PETROLIO: -1,13% (LINEA ARANCIONE)

 Materie prime

Mese positivo per l’oro che nelle ultime sedute borsistiche del mese ha fatto registrare nuovi massimi storici a quota 2800 dollari, superando i precedenti massimi fatti registrare lo scorso ottobre 2024.

Cos’è successo sui mercati questo mese?

Il mese di gennaio 2025 è stato caratterizzato da un avvio positivo, seguito nella giornata di lunedì 27 gennaio da forti vendite sul fronte dell’azionario tech statunitense, vendite che comunque non hanno impedito ai principali indici azionari del mondo di chiudere il mese in deciso guadagno.

A spaventare investitori e mercati è stata la presentazione da parte di Deepseek del suo modello R1, un modello AI dal costo apparentemente contenuto, portando Deepseek ad essere ritenuta dai mercati competitor temibile nella corsa all’intelligenza artificiale. Il modello R1 di Deepseek batte chatGPT, intelligenza artificiale già diffusa e conosciuta nel mondo occidentale, in capacità di ragionamento ed in molti calcoli matematici, elementi che sono andati a rinforzare la tesi di un “AI a basso costo che andrebbe a sbaragliare la concorrenza delle Big Tech nel settore”. 

A spaventare i mercati, oltre che i bassi costi (teorici) che ha impiegato lo sviluppo del modello R1 di Deepseek, sono state le tempistiche: sfruttando modelli pre-esistenti di AI, lo sviluppo di R1 sarebbe avvenuto in appena 2 mesi e il costo che avrebbe sostenuto Deepseek sarebbe stato solamente di 6 milioni di dollari (nulla in confronto ai 5 miliardi di dollari l’anno che ha impiegato OpenAI per sviluppare ChatGPT). Visti i bassi costi, la strategia di marketing di Deepseek è stata quella di uscire sul mercato a costo 0, risultando appetibile considerando che ChatGPT pro ha un costo mensile di 200$, e risultando fin da subito app più scaricata negli Stati Uniti.

La reazione dei mercati è stata quindi dovuta ad un potenziale cambio di narrativa. Fino a prima della presentazione di Deepseek infatti prevaleva nel settore dell’AI la credenza secondo la quale le Big Tech dovessero investire grandi capitali per l’apprendimento dei propri Large Language Model; dopo la presentazione di Deepseek questa narrativa sembra essere venuta meno con i principali player del settore attivi nella produzione di componenti utili allo sviluppo di AI che hanno fatto registrare forti perdite. Nella sola giornata di lunedì 27 gennaio infatti la sola Nvidia ha chiuso in ribasso di circa il 15%, bruciando 590 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato e facendo registrare la perdita più massiccia della storia in un singolo giorno per una società quotata (grafico 1).

Grafico 1 – La perdita di capitalizzazione più importanti in un singolo giorno di borsa

 Grafico 1 – La perdita di capitalizzazione più importanti in un singolo giorno di borsa

Fonte: Bloomberg

Non solo Nvidia ha sofferto, ma tutto il settore dei semiconduttori. Come mostrato dal grafico 2, il Semiconductor Index ha fatto registrare nella giornata di lunedì 27 uno dei peggiori ribassi degli ultimi 5 anni.

Grafico 2 – L’andamento del Semiconductor Index, 2020-2025

 Grafico 2 – L’andamento del Semiconductor Index, 2020-2025

Fonte: Bloomberg

Il problema concorrenziale di Deepseek infatti non riguarderà potenzialmente la sola Nvidia, bensì molti player del settore dal momento che la start up cinese potrebbe aver rivoluzionato il settore grazie a costi ridotti e performance alla pari dei competitor statunitensi che nello sviluppo dell’AI hanno investito miliardi e miliardi di dollari.

Il grafico 3 mostra le spese sostenute dalle Big Tech per l’AI dal 2017 al 2024, spese in forte ascesa nel periodo analizzato. Come evidenziato dal grafico le attese di Wall Street per il 2025 sono che le 5 Big Tech analizzate, Microsoft, Amazon, Oracle, Google e Meta vadano a spendere complessivamente 250 miliardi di dollari, spesa ben al di sopra dei pochi milioni di euro teoricamente spesi da Deepseek per il suo modello di AI.

Grafico 3 – le spese delle Big Tech per l’AI

 Grafico 3 – le spese delle Big Tech per l’AI

Fonte: bloomberg

Qualora scendessero gli investimenti in infrastrutture AI, le Big Tech del settore potrebbero avere un impatto diretto e tangibile, impatto molto rilevante sulle società attive nella supply chain di chip. Le spese per chip e per tutta la supply chain potrebbero infatti scendere in quanto per un modello di AI Deepseek i costi sono appena il 5% di quelli necessari per un modello ChatGPT e con i costi di inferenza che sono appena il 15% di quelli di ChatGPT. Il ribasso quindi andrebbe ad interessare, oltre che la supply chain dei semiconduttori, anche il settore del cloud (e quindi sulle Big Tech il cui business model vede una fetta dei ricavi derivanti proprio dal cloud).

Ma è veramente così oppure Wall Street potrebbe aver commesso un errore di valutazione? 

Ad oggi Deepseek ha due modelli di AI, l’R1 appena citato e il V3. Il modello V3 è il modello più datato e i costi per lo sviluppo sono stati di 6 milioni di dollari con le tempistiche di sviluppo che hanno richiesto 60 giorni; tale modello è basato sui chip Nvidia H800 che sono vendibili dalla Big Tech in Cina senza restrizioni per via della capacità di calcolo ridotta (si tratta infatti di chip di vecchia generazione).

Sul modello R1 invece, che si è mostrato competitor di ChatGPT in termini di capacità di calcolo e funzionalità, non si hanno informazioni lato tempistiche di sviluppo e costi sostenuti. Insomma, i mercati hanno considerato come costi e tempistiche di sviluppo di R1 i dati del modello V3 di Deepseek (il vecchio modello di AI).

Alcune fonti rivelerebbero infatti che il modello R1 avrebbe impiegato migliaia di chip di nuova generazione di Nvidia, arrivati in Cina da Singapore così da evitare restrizioni e sanzioni. La notizia non è ancora stata accertata ma così fosse l’eccessiva reazione degli investitori nella giornata di lunedì 27 gennaio sarebbe davvero esagerata.

Di vero c’è però il fatto che Deepseek abbia sviluppato un prodotto competitivo, indipendentemente dai costi, e ciò non è una buona notizia per le Big Tech in quanto la start up ha sede in Cina, uno stato con elevato livello di regolamentazione nel pieno di una guerra commerciale con gli Stati Uniti. 

Sebbene nel medio periodo la nuova potenziale narrativa di Deepseek potrebbe portare volatilità tra le Big Tech, nel breve periodo il ribasso è stato occasione di acquisto per molti investitori. Il grafico 4 mostra come il sell-off di lunedì per l’indice Nasdaq sia stato seguito dal più grande inflow di capitali nell’indice dal 2021, a testimonianza di come la potenziale errata valutazione dei mercati sulla notizia di Deepseek abbia rappresentato per molti investitori occasione di acquisto.

Grafico 4 – Il “buy the dip” in seguito al sell-off del 27 gennaio

 Grafico 4 – Il “buy the dip” in seguito al sell-off del 27 gennaio

Fonte: Bloomberg

Cosa possiamo imparare dagli avvenimenti di questo mese?

I cali di questo mese del settore dell’AI ci ricordano che siamo all’alba di una nuova epoca e non è affatto scontato che le Big Tech possano dominarla. La minaccia di Deepseek, una piccola start up cinese che impiega i migliori talenti locali per sviluppare modelli di AI, ha fatto bruciare miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato alle Big Tech in una sola seduta borsistica. Tale elemento fa riflettere e fa capire di come posizionarsi nella corsa AI acquistando titoli di singole società sia molto rischioso.

Di contro, essendo le vendite derivanti da irrazionalità di breve, i mercati si sono velocemente riportati verso i livelli del venerdì precedente al crollo, con gli investitori che hanno acquistato sul ribasso ingiustificato degli indici azionari tech.

Gli investitori eccessivamente esposti al settore dell’AI hanno sicuramente subito la giornata di lunedì 27 gennaio, con perdite che hanno raggiunto la doppia cifra, portandoci alla solita evidenza di come la diversificazione di portafoglio sia alla base della costruzione di un portafoglio efficiente. Senza diversificazione e con eccessiva concentrazione in poche asset class o in pochi settori azionari, giornate come quella del 27 gennaio possono essere davvero impattanti.

Rimango come sempre a Vostra disposizione e Vi mando un caro saluto.