Buongiorno a tutti e a tutte, marzo è stato un mese di forte volatilità sui mercati, con i titoli della difesa europei protagonisti di significativi rialzi.
Ma questi movimenti rappresentano davvero un’opportunità di acquisto?
Come sono andati i mercati in questo mese?
Buongiorno a tutti e a tutte, marzo è stato un mese di forte volatilità sui mercati, con i titoli della difesa europei protagonisti di significativi rialzi. Ma questi movimenti rappresentano davvero un’opportunità di acquisto?
Facciamo chiarezza, partendo come sempre dal consueto riepilogo mensile.
Azionario
S&P500: -4,59% (LINEA BLU)
FTSE MIB: -0,84% (LINEA VERDE)
DAX (30 titoli tedeschi a maggior capitalizzazione): -2,96% (LINEA ROSSA)
NASDAQ: -5,59% (LINEA ARANCIONE)
Mese di vendite diffuse sull’azionario statunitense, con Nasdaq e S&P500 che hanno rispettivamente perso il 5,59% e il 4,59% nel mese di marzo 2025. La guerra dei dazi di Trump, i timori per una recessione congiuntamente ad un potenziale rallentamento della crescita hanno zavorrato l’azionario americano. Meglio ha fatto l’azionario europeo, trainato dai titoli della difesa.
Obbligazionario
GOVERNATIVO USA SCADENZA 20+: -2,62% (LINEA BLU)
BTP10 ANNI: -1,58% (LINEA ARANCIONE)
BTP SCADENZA 1-3 ANNI: +0,30% (LINEA VERDE)
GOVERNATIVO USA SCADENZA 1-3 ANNI: -2,69% (LINEA ROSSA)
Mese di vendite anche per l’obbligazionario USA e quello italiano a lunga scadenza. Il calo dei prezzi è stato influenzato dal ridimensionamento delle aspettative di crescita e dal possibile rialzo delle previsioni sull’inflazione. La parte a lunga della curva dei rendimenti, infatti, risente proprio di questi fattori: una crescita attesa più debole, combinata a prospettive inflazionistiche in aumento, tende a penalizzare i bond con durata più elevata.
Materie prime
GAS NATURALE: -5,51% (LINEA VERDE)
ORO: +6,49% (LINEA BLU)
PETROLIO: -2,97% (LINEA ARANCIONE)
Mese negativo per gas naturale e petrolio. Nuovo record per l’oro: l’incertezza geopolitica e, soprattutto, il deprezzamento del dollaro, hanno portato il metallo prezioso a superare i massimi che non si vedevano da decenni, superando la soglia dei 3100$ l’oncia.
Cos’è successo sui mercati questo mese?
Il mese di marzo 2025 è stato caratterizzato da volatilità, alimentata dalle dichiarazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dalle risposte provenienti dall’Europa.
Il presidente della principale economia del mondo ha infatti proseguito la propria guerra commerciale, alternando dichiarazioni di “guerra dei dazi” a dichiarazioni più clementi. Parallelamente alla guerra intrapresa da Trump ci sono state importanti dichiarazioni anche da parte dei principali esponenti dell’Unione Europea, decisi a muoversi con fermezza.
Nel mese di marzo 2025 è stato infatti presentato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, il piano “ReArm Europe”, un piano da 800 miliardi di euro finalizzato al rafforzamento della difesa dell’Unione. Tale piano è diretta conseguenza della frenata al sostegno militare americano all’Ucraina ed è volto a ridurre la dipendenza europea dagli aiuto militari degli Stati Uniti.
La maggior autonomia militare europea passerà, secondo il piano ReArm, da investimenti da 800 miliardi di euro da parte dell’Unione europea. Il piano di articola in 5 pilastri:
- Maggior flessibilità fiscale, con sospensione del Patto di Stabilità finalizzata alla liberazione fino a 650 miliardi di euro in quattro anni;
- Prestiti fino a 150 miliardi di euro per sviluppare sistemi avanzati di difesa aerea e missilistica;
- Finanziamento diretto all’industria militare da parte della Banca europea per gli investimenti;
- Riallocazione di fondi da parte dell’Unione Europea in favore del settore della difesa;
- Creazione di nuovi canali di raccolta di capitali dal settore privato (Unione del risparmio).
Inutile a dire che, dopo l’emanazione dell’ambizioso piano europeo “ReArm”, i titoli della difesa abbiano fatto registrare un importante rally. Il grafico 1 mostra l’andamento da inizio anno dei principali ETF sul settore della difesa, con evidenza dei forti flussi di acquisti ad inizio mese di marzo in seguito al rilascio del piano “ReArm”.
Grafico 1 – Andamento dei principali ETF sul settore della difesa
Fonte: tradingview
Il rally dei titoli della difesa ha portato alcune case di gestione a lanciare nuovi ETF per cavalcare il trend del settore; è il caso di Wisdomtree che ha quotato nella prima metà del mese di marzo 2025 il primo ETF sulla difesa europea. L’ETF appena lanciato dalla società d’investimento con sede a Londra vede la partecipazione dell’italiana Leonardo al 15% circa, con le prime 5 partecipazioni dell’ETF che pesano per più del 70%. Il rapporto P/E dell’ETF è caro (il prezzo è circa 40 volte gli utili), superiore al P/E dell’azionario europeo, rappresentato dall’indice Stoxx 600, che è pari a circa 18 volte gli utili.
Gli eccessi nei multipli delle aziende del settore della difesa europea sono diretta conseguenza del rally che c’è stato negli ultimi mesi, con le aziende della difesa che sono in gran parte sopravvalutate. Storicamente infatti le aziende del settore della difesa si sono mosse in conseguenza ai rischi geopolitici e ogni scommessa sul settore è quindi un tentativo di prevedere lo scenario geopolitico del futuro prossimo. Gli elementi che faranno sì che l’andamento del settore continuerà nel trend di crescita saranno quindi strettamente connessi ad eventuali escalation sui fronti bellici; eventuali trattati di pace saranno invece elemento negativo per il settore della difesa, che dovrà giustificare multipli eccessivi. Se nel breve periodo prevale quindi l’euforia nei prezzi dei titoli della difesa, nel medio periodo ciò che conterà saranno i fondamentali, su tutti il portafoglio ordini, i contratti a lungo termine siglati dalle aziende e le spese in ricerca e sviluppo.
Una conseguenza diretta del piano “ReArm” e dei suoi 5 pilastri, oltre che la crescita nel prezzo delle aziende del settore della difesa, è stato anche il calo del prezzo dei bond governativi europei a lunga scadenza. Perché?
Nonostante la politica monetaria accomodante della BCE degli ultimi mesi, i rendimenti decennali dei bond europei sono saliti (grafico 2). Il grafico 2 mostra l’andamento del rendimento del bund tedesco con scadenza decennale (linea bianca) rispetto alla politica monetaria della BCE (linea blu).
Grafico 2 – L’andamento del rendimento decennale del bund vs i tagli dei tassi della BCE
Fonte: Bloomberg
Come evidenziato dal grafico, nonostante i tagli dei tassi di questi mesi decisi dalla BCE, i rendimenti dei bond europei a lunga scadenza sono saliti. Ciò è accaduto in quanto la BCE, con la propria politica monetaria, va ad agire sulla parte a breve della curva dei tassi, influenzando il rendimento a scadenza dei bond con scadenze ravvicinate. La parte a lunga scadenza della curva dei rendimenti è invece influenzata dalle aspettative di inflazione e crescita di un Paese.
Ad influenzare i rendimenti a lunga scadenza nei bond governativi europei sono state, oltre che le aspettative di crescita in calo per i principali paesi dell’Unione, anche la riduzione dei limiti di bilancio per la spesa bellica, elemento che ha portato tensione nel mercato del credito. La prospettiva di maggiori costi (e quindi di maggior deficit) per la difesa non è stata ben accolta dagli operatori di mercato che hanno venduto i bond a lunga duration con conseguente discesa nei prezzi dei bond a lunga scadenza che sono scesi rispetti ai mesi precedenti.
Cosa possiamo imparare dagli avvenimenti di questo mese?
La discesa dei bond a lunga duration e la salita dei titoli del settore della difesa sono stati due eccessi di mercato di questo mese, con le notizie che hanno fatto molto rumore, portando gli investitori da un lato ad eccessivo pessimismo e dall’altro ad eccessiva euforia.
I mercati finanziari sono molto spesso caratterizzati da eccessi, ambo i lati, e le notizie di questo mese hanno alimentato le speculazioni nelle due asset class analizzate nell’approfondimento. La “guerra dei dazi” di Trump e le scelte dell’Unione Europea sono elementi da considerare in una pianificazione efficiente, senza però farsi sopraffare dalle notizie. I mercati finanziari infatti anticipano le notizie, scontando anzitempo determinati scenari dell’economia reale. Molto spesso quando un settore ha una poderosa crescita nei prezzi è campanello di una possibile euforia irrazionale ed è bene non entrare in tale settore per mero scopo speculativo.
Pianificazione, efficienza ed efficacia sono e restano i cardini per utilizzare i mercati finanziari con sapienza, con l’obiettivo di generare rendimenti in linea con gli obiettivi che si hanno.