Buongiorno a tutti e a tutte. Il mese di ottobre 2025, con gli indici azionari che hanno fatto nuovi massimi nonostante una FED non troppo accomodante.
Come sono andati i mercati in questo mese?
Buongiorno a tutti e a tutte. Il mese di ottobre 2025, con gli indici azionari che hanno fatto nuovi massimi nonostante una FED non troppo accomodante.
A contrastare i toni di una FED più aggressiva ci hanno pensato le trimestrali delle principali Big Tech e la forte crescita di NVIDIA, con S&P500 e Nasdaq100 che hanno fatto registrare nuovi massimi storici.
Azionario
S&P500: +1,65% (LINEA BLU)
FTSE MIB: +0,28% (LINEA VERDE)
DAX (30 titoli tedeschi a maggior capitalizzazione): +0,02% (LINEA ROSSA)
NASDAQ: +3,63% (LINEA ARANCIONE)
I mercati globali hanno continuato il loro slancio, toccando nuovi massimi nonostante una FED poco accomodante. Il rally è stato guidato dalle trimestrali positive di Google e Amazon, che sono balzate di più del 10% in seguito a ricavi e utili che hanno superato le aspettative. Tra i principali driver del mercato azionario USA c’è stata anche NVIDIA, che ha raggiunto nuovi massimi storici in zona 210$ per azione superando i 5 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato.
Mese di lateralizzazione per l’azionario europeo, con FTSE MIB e DAX che hanno chiuso il mese in parità.
Obbligazionario
GOVERNATIVO USA SCADENZA 20+: +1,42% (LINEA BLU)
BTP10 ANNI: +1,43% (LINEA ARANCIONE)
BTP SCADENZA 1-3 ANNI: +0,30% (LINEA VERDE)
GOVERNATIVO USA SCADENZA 1-3 ANNI: +1,63% (LINEA ROSSA)
Mese positivo per tutte le scadenze obbligazionarie. Lato USA la discesa della curva dei rendimenti ha portato a rialzi sia per i bond a breve che per i bond a lunga scadenza; questi ultimi hanno sofferto solo post taglio dei tassi della FED, ritracciando sui timori di una FED meno accomodante. Lato italiano mese positivo per i BTP, che hanno beneficiato di una discesa dei rendimenti su tutte le scadenze.
Materie prime
GAS NATURALE: -1,73% (LINEA VERDE)
ORO: +3,96% (LINEA BLU)
PETROLIO: -0,54% (LINEA ARANCIONE)
Sul fronte delle commodity è proseguita la volatilità dell’oro, che dopo aver toccato nuovi massimi storici è ritracciato verso i 4000$ l’oncia. Mese negativo per gas naturale e petrolio.
Cos’è successo sui mercati questo mese?
Il mese di ottobre ha visto come principale evento la decisione della FED sui tassi di interesse. La Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il Federal Funds Rate al range 3,75%–4,00%. La decisione è stata accompagnata da un altro annuncio rilevante: a partire dal 1° dicembre 2025, terminerà il processo di riduzione del proprio bilancio; da quella data, la banca centrale manterrà invariata la dimensione del proprio portafoglio, smettendo di lasciare scadere i titoli senza sostituirli.
Nel corso della conferenza stampa, Jerome Powell ha confermato le difficoltà del Federal Open Market Committee (FOMC) nel conciliare due priorità opposte: sostenere il mercato del lavoro, che sta mostrando segnali di rallentamento, e tenere sotto controllo l’inflazione, che rimane solo parzialmente rientrata.
Powell ha sottolineato che l’attuale fase è caratterizzata da forte incertezza, accentuata dalla mancanza di nuovi dati economici ufficiali dovuta allo shutdown del Governo americano: ciò non è stato particolarmente apprezzato dal mercato, con le decisioni della Fed che potrebbero essere rivalutate nei prossimi mesi, quando saranno disponibili informazioni aggiornate.
All’interno del FOMC sono emerse divisioni significative: alcuni membri temono che un ulteriore rallentamento del mercato del lavoro – dovuto anche ad automazione, intelligenza artificiale e minore immigrazione – possa far aumentare la disoccupazione in modo repentino. Altri, invece, ritengono che l’inflazione, pur rallentata, rimanga un rischio da non sottovalutare, anche complice l’effetto delle tariffe. Secondo Powell, l’inflazione “pura” — al netto degli effetti temporanei dei dazi commerciali — si collocherebbe oggi intorno al 2,3%, e l’impatto delle tariffe dovrebbe gradualmente ridursi nei prossimi mesi.
Dopo mesi di strette e successivi tagli, la Fed sembra quindi ora entrare in una fase di neutralità. Il mercato del lavoro indicherebbe la necessità di tassi più bassi, mentre l’inflazione giustifica un atteggiamento più prudente. Salvo sorprese nei dati di novembre, la Federal Reserve appare intenzionata a mantenere i tassi invariati a dicembre, sospendendo il ciclo di tagli e adottando un approccio più attendista, motivo per il quale i mercati azionari, post discorso di Powell, hanno subito un lieve rallentamento (vedi grafico 1).
Grafico 1 – Il movimento dello S&P500 in seguito al taglio dei tassi e alle parole di Powell
Come mostra il grafico 1, la notizia del taglio dei tassi era già ampiamente scontata dai mercati, con una reazione neutrale del mercato. Con l’inizio del discorso di Powell, che ha paventato l’ipotesi di una FED meno accomodante a dicembre per via del rischio inflazionistico, lo S&P500 ha azzerato i guadagni della giornata. A risollevare l’andamento dell’azionario sono state le trimestrali di Google, Apple e Amazon, che superando le aspettative migliorando le stime sulla guidance hanno avuto un forte aumento di prezzo, trainando l’andamento dell’azionario americano e portandolo verso nuovi massimi.
Oltre alle trimestrali un altro importante catalizzatore è stata la crescita di Nvidia, che sul finire del mese ha superato i 200$ per azione, divenendo la prima azienda del mondo con una capitalizzazione di oltre 5 triliardi di dollari. Per intenderci NVIDIA ad ha una capitalizzazione di mercato di circa 23 volte McDonald’s, 25 volte Disney e 50 volte Nike; per dare un altro termine di paragone, i 5 trilioni di dollari di capitalizzazione di NVIDIA corrispondono a circa il 16% del PIL Statunitense (vedi grafico 2).
Grafico 2 – Il rapporto tra la market cap di Nvidia il GPD USA, ottobre 2025
Il rialzo di NVIDIA (e di conseguenza degli indici azionari globali) è stato innescato nel mese di ottobre grazie ad una slide mostrata durante la conferenza GTC di NVIDIA, in cui appariva la cifra di 500 miliardi di dollari, possibile stima delle vendite previste per i nuovi chip Blackwell e Rubin nei prossimi cinque trimestri, implicando che Wall Street starebbe sottovalutando del 50% le prospettive di fatturato. Viste le forti spese delle Big Tech nella corsa all’AI, tale cifra potrebbe risultare coerente, con la crescita che pare quindi giustificata dalle attese sempre più crescenti per il settore.
Cosa possiamo imparare dagli avvenimenti di questo mese?
Il mese di ottobre è stato tutt’altro che noioso per gli investitori. Tra trimestrali e decisioni della FED, il mercato ha oscillato, continuando nel proprio trend crescente.
Il cambio di tono della FED non deve spaventare gli investitori, che devono continuare a guardare, oltre che ai dati macro, ai fondamentali delle aziende e al posizionamento degli investitori istituzionali.
La FED potrebbe non tagliare i tassi nel mese di dicembre ma le guidance in crescita delle Big Tech hanno controbilanciato la forza negativa di un possibile mancato taglio dei tassi. Gli investitori (retail ed istituzionali) sono altresì posizionati al rialzo, andando a scontare rialzi in chiusura d’anno (il cosiddetto rally di Natale).
L’ambiente di euforia per il settore dell’AI, combinato ad un’inflazione non rapida ascesa (come scontato nello scorso aprile con l’imposizione dei dazi da parte di Trump) potrebbero favorire nuovi massimi per l’azionario globale, con le valutazioni che sono sì sopra la media storica ma sorrette da un forte momentum.
Fondamentale in scenari di mercato come quello attuale è l’ingresso graduale a mercato, finalizzato a cogliere eventuali rallentamenti fisiologici, così da massimizzare l’efficienza strategica del portafoglio. Pianificare con efficienza è sinonimo, tra le altre cose, di saper individuare il trend di mercato in cui ci si trova, prendendo decisioni di breve periodo volte a massimizzare il benessere di lungo.





